E’ molto facile trovare sui mezzi d’informazione o sul Web immagini di proprietari e animali in sovrappeso e/o obesi che trasmettono quasi un messaggio di simpatia e positività nonostante il fatto che la società riconosca che l’obesità può causare gravi problemi di salute.
Il veterinario nel rivolgersi al proprietario in situazioni di comportamento alimentare errato verso l’animale, ancor più se accompagnato da situazioni di sovrappeso o obesità nel proprietario o dei familiari, dovrà utilizzare una comunicazione che diventi strumento di diagnosi e convincimento per l’applicazione della terapia. Il dialogo non dovrà avvenire attraverso la formulazione di domande aperte (ad es.: quando e con cosa alimenta il suo cane?) ma utilizzando una coppia di alternative per restringere il campo e identificare lo stile di comportamento del proprietario (ad es.: fornisce il cibo a orari prestabiliti o c’è sempre cibo nella ciotola? L’animale mangia sempre da solo o assieme a lei e ai familiari?). Attraverso questa forma di comunicazione, il veterinario potrà far percepire al proprietario che possono esistere diverse modalità di comportamenti alimentari, alcune delle quali poi potrà valorizzare o indicare come negative. L’obiettivo di questa forma di comunicazione è anche far scoprire al proprietario il suo modo di comportarsi nei confronti dell’animale evidenziando come sia lui stesso a generare situazioni non corrette che possono aver creato il problema e/o non facilitano la soluzione.
Dopo la risposta del proprietario, è utile fare la verifica della comprensione attraverso frasi quali: “ho compreso bene se dico che ..., posso affermare che lei alimenta il suo …, stando a quanto lei mi dice sembrerebbe che, ecc.”. Questa riformulazione otterrà alcuni vantaggi: ad esempio, la creazione di un’alleanza con il proprietario sulla diagnosi che lo rende artefice della comprensione del problema e gli permette di analizzare lo stesso problema da un diverso punto di vista (le alternative suggerite). In altre parole, rafforzerà la relazione tra veterinario e proprietario poiché la riformulazione comunica il desiderio di verificare la comprensione del problema, quindi la voglia di avere una piena consapevolezza della situazione da parte del veterinario; in altre parole, rafforza il concetto di professionalità e dipresa in cura del problema, ossia il veterinario è un amico. Quando un proprietario si accorge della criticità della situazione dovuta al sovrappeso e/o obesità del suo animale, rivolgendosi a un veterinario per risolvere il problema con molta probabilità rispetterà le prescrizioni. Quando invece è il veterinario a dover far presente la criticità della situazione dell’animale, non sempre ci sarà un’adesione spontanea alle prescrizioni.
Linguaggio strategico
È in questa situazione che il linguaggio assume una valenza strategica per la riuscita delle indicazioni alimentari. I comportamenti umani, anche quelli di gestione dell’alimentazione dell’animale, sono attivati da motivazioni, da desideri di raggiungimento di obiettivi, dalla ricerca del benessere, da principi, dal desiderio di provare piacere, ecc. Per modificare i comportamenti, non sempre è sufficiente il buon senso, il ragionamento logico, le indicazioni di un professionista. Spesso occorre suscitare nella persona sensazioni, emozioni, evocare sentimenti generatori di motivazioni che inducano l’interlocutore ad attuare modifiche dei suoi comportamenti; alle volte è necessario attivare il suo inconscio per promuovere il cambiamento. Intendiamo per “inconscio” quella parte di noi stessi che, pur non razionale e consapevole, ci genera “sensazioni” che spesso orientano il nostro agire (ad esempio, quando di fronte a certi comportamenti attuati affermiamo: “non so perché ma mi sentivo di agire così…, ho agito d’istinto ma mi sembrava la cosa migliore…, ecc.). Per facilitare la generazione di queste scelte inconsce è necessario che l’interlocutore ne conosca l’esistenza o gli siano “suggerite”. Un modo molto efficace di suggerire la nascita di queste sensazioni è l’uso di metafore, aneddoti, aforismi, ossia il ricorso a un linguaggio che susciti sensazioni, vissuti, percezioni favorevoli o contrarie ad un comportamento (cfr. riquadro).
Regole sociali
Per rendere efficace la prescrizione si deve quindi passare attraverso la persuasione del proprietario. È utile richiamare alcune delle principali regole sociali che generano la persuasione tra le persone; se correttamente utilizzate, sarà più agevole per il veterinario convincere il proprietario che la prescrizione va attuata per il benessere dell’animale.
- Simpatia. Le persone preferiscono dire di sì a individui che conoscono e
apprezzano. I fattori che influenzano e generano simpatia sono la bella
presenza, la somiglianza (nel modo di fare, di abbigliamento, ecc.), i
complimenti, l’appartenenza a una comune associazione (gruppo, club,
comunità, circolo sportivo, ecc.), la continuità di rapporti. Diventa
importante perciò prestare la massima attenzione al meccanismo del 4x20,
al fine di instaurare una relazione positiva e simpatica, cercando di
identificare gli interessi dell’interlocutore e complimentandosi quando
necessario.
- Reciprocità. La regola stabilisce che una persona deve cercare di ripagare, anche in natura, ciò che una persona gli ha offerto. Una tattica molto usata è quella di fare un favore o dare qualcosa, anche se non richiesto, per chiedere successivamente la reciprocità. Può essere facile per il veterinario applicare questa regola, offrendo ad esempio qualche piccolo oggetto per il gioco dell’animale, richiedendo successivamente l’applicazione della prescrizione (le ho “regalato” questo giocattolo perché faccia fare movimento al suo animale), impegnando così il proprietario al rispetto della regola di reciprocità.
- Concessioni. Un altro modo di offrire qualcosa al proprietario può essere “aumentare” il livello di richiesta e poi concordare su una concessione. Per esempio, si potrebbe chiedere al proprietario di far fare esercizio all’animale per almeno un’ora tre volte al giorno, quindi concedere un periodo iniziale in cui far lavorare l’animale solo 45 minuti al giorno.
- Conferma sociale. In base a questa regola, la maggior parte delle persone, per decidere cosa credere o come comportarsi, ritengono importante osservare quello che dicono o fanno gli altri. In altre parole è difficile sottrarsi alla forza degli “altri”. Nella comunicazione con il proprietario ad esempio è importante affermare che: “le cose che le sto dicendo sono confermate da tutta la comunità scientifica” oppure “le persone che hanno applicato questo metodo hanno avuto sempre esito positivo” (Figura 6).